fbpx

Scopri il prossimo tour al Cimitero Monumentale di Bonaria

L’hotel Scala di Ferro: un pezzo importante della storia di Cagliari

Un hotel all’avanguardia dotato di ogni comfort, camere eleganti con vista sul Golfo, acque termali e un bellissimo giardino. Chiunque si trovasse ad alloggiare a Cagliari veniva rapito dal fascino misterioso dell’Hotel Scala di Ferro. Gabriele D’Annunzio, Lawrence, Totò, Salvatore Quasimodo, Sibilla Aleramo sono solo alcuni dei tanti personaggi importanti che vi soggiornarono.

La Scala di Ferro custodisce un pezzo importantissimo della storia di Cagliari a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, restando ancora oggi una struttura di grande fascino, sebbene la sua funzione sia radicalmente cambiata. Dotato di alti standard qualitativi elevatissimi per l’epoca, con le sue sale ampie ed eleganti, le camere con panorama sul golfo arredate con mobili e tende di pregio, la rivendita interna di giornali e quotidiani, le acque termali, il delizioso giardino interno con una fontana realizzata dallo scultore Giuseppe Sartorio, l’Hotel divenne uno tra i luoghi più mondani e civettuoli della Cagliari borghese di fine Ottocento. Commercianti liguri, francesi e piemontesi, ma anche intellettuali, attori e cantanti lirici cominciarono a soggiornarvi abitualmente, attratti dal lusso e dalla bellezza, contribuendo ad arricchire la già importante fama di quest’affascinante edificio.

Dal Teatro Diurno ai Bagni Cerruti

Era il 1859 quando l’imprenditore piemontese Antonio Cerruti fondava il primo nucleo di quello che poi sarebbe diventato l’Hotel Scala di Ferro: il Teatro Diurno – o teatro Cerruti, com’era conosciuto all’epoca- con annesso un edificio di servizio destinato ai camerini degli artisti. Il teatro ebbe un grandissimo successo di pubblico per diversi decenni, incontrando pienamente il gusto dei cagliaritani del tempo grazie alla varietà degli spettacoli proposti. Tra questi spettacoli circensi, mimi, giochi e lotterie, illusionisti, opere e prosa. Insieme al teatro, Antonio Cerruti gestiva una ghiacciaia nella quale le navi mercantili depositavano il ghiaccio della Lapponia che veniva scambiato con il pregiato sale locale. Fino a quel momento l’area parzialmente occupata dal Teatro Cerruti aveva il nome di Bastione di Monserrato, parte importante dell’antico sistema difensivo ideato nel XVI secolo da Rocco Capellino a protezione del quartiere Marina. Originariamente intitolato a San Giacomo, il baluardo mutò denominazione quando, nel 1604, i Benedettini dell’abazia di Nostra Signora di Montserrat edificarono qui un proprio convento.

Ma la fama del Bastione di Monserrato era legata alla funzione che, fin dall’epoca romana, tutta l’area aveva rivestito come luogo di sepoltura per i cadaveri dei pazienti del vicino ospedale militare, tanto essere volgarmente denominato “Bastione dei Morti”. Sono datati al II secolo d.C. alcuni cippi funerari con iscrizioni e rilievi (oggi al Museo Archeologico di Cagliari e ritrovati nelle fondamenta della struttura), che testimoniano la presenza di una necropoli di marinai e soldati.

Lo Stabilimento Balneare Cerruti in una foto del 1870 che ritrae una porzione dell’attuale viale Regina Margherita. Collezione Cocco. Fonte: Mediateca del Comune di Cagliari

Successivamente, con la dismissione di Cagliari tra le piazzeforti militari per Regio Decreto del 1866, si aprì la strada alla cessione ai privati ed al cambio di destinazione d’uso dell’antico presidio difensivo.
Così, nel 1869, Cerruti acquistò l’area adiacente al Teatro Diurno, impiantandovi uno stabilimento balneare – i Bagni Cerruti – la cui costruzione inaugurava la stagione dello stile Neogotico in Sardegna. Con le sue torri merlate e la facciata a bande alternate bianche e nere, l’edificio assumeva l’aspetto di un castelletto medioevale, configurandosi come un’opera estremamente moderna. I bagni, paragonabili ad una SPA di lusso, constavano di oltre venti vasche di marmo riempite con acqua fredda e calda, più tardi sostituite con l’importazione delle famose acque termali di Sardara. Lo stabilimento, inaugurato ufficialmente il 5 settembre 1869, procurò al Cerruti grande merito poiché in quegli anni a Cagliari si lamentava l’assenza di bagni pubblici.

Nel 1896 il teatro Cerruti venne demolito e sulla stessa area, al suo posto, i fratelli Antonio ed Emanuele Boero fondarono il Politeama Margherita, un teatro raffinato e curato che era in grado di offrire vari generi di esibizioni: dal cinema alla lirica, dal varietà agli spettacoli circensi e altro ancora. Come il Teatro Diurno, anche il Politeama Margherita incontrò una fine crudele, distrutto da un incendio nel 1942.

Dai Bagni Cerruti all’Hotel Scala di Ferro

Dal 1871 la parte della costruzione destinata ad albergo di lusso venne temporaneamente affittata ad una scuola privata, poi agli uffici amministrativi delle Regie Poste. Nel 1877 l’imprenditore Luigi Caldanzano ottenne in affitto lo stabilimento balneare e vi impiantò l’albergo-ristorante “La Scala di Ferro”. L’inaugurazione della lussuosa struttura avvenne nell’Ottobre dello stesso anno, salutata dal rumore dei cento campanelli dell’albergo che suonarono all’unisono.

Nel 1893 un altro imprenditore piemontese, Giuseppe Setti, nuovo esattore comunale, acquistò lo stabile dopo la sua vendita all’asta da parte degli eredi Cerruti, e, nella prima metà dell’anno 1894, intraprese ulteriori lavori di rimodernamento dell’hotel, impiantandovi anche il suo ufficio e la sua residenza privata. Nel 1898, per rendere più funzionale la struttura, fu aperto un secondo ingresso sull’attuale viale Regina Margherita, nel quale venne collocato un portale disegnato da Dionigi Scano.

Il cortile interno dell’Hotel in una foto di fine Ottocento. Fonte: Cagliari per Immagini

Il cortile d’accesso ai bagni fu trasformato in un giardino, incorniciato dal prospetto interno della costruzione, ridisegnato in forme neogotiche, con bifore e trifore archiacute e monofore dalla cornice in pietra a trafori trilobati, ispirate alla lezione del gotico catalano e del gotico fiorentino. Nel giardino venne inoltre collocata una fontana realizzata dallo scultore Giuseppe Sartorio, oggi perduta.

Il declino

Dopo aver attratto personaggi di spicco della scena nazionale ed internazionale, diventando un punto di riferimento per la città, l’hotel La Scala di Ferro fu acquistato nel 1961 dalla compagnia Jolly Hotels per poi cessare definitivamente la sua attività ricettiva nel 1964. Da quel momento la struttura entra in una fase di lunga agonia terminata solo nel 2000, quando sono iniziati i primi lavori di recupero del complesso. Oggi, purtroppo, a seguito delle opere di demolizione del prospetto interno neogotico e di sventramento dei locali, dell’ex albergo rimane solo la facciata sul viale Regina Margherita, a ricordare i gloriosi fasti di un passato lontano.

L’hotel nel suo nuovo prospetto con l’ingresso sul viale Regina Margherita in una foto di fine Ottocento. Fonte: Cagliari per immagini

Lo scrittore inglese David Herbert Lawrence, che soggiornò nell’Hotel Scala di Ferro nel 1921 insieme alla moglie Frieda, ricorda la loro stanza con queste parole:

“Grande, malinconica, fredda, e sopra i fumi di cucina di un piccolo cortile interno simile a un pozzo. Ma perfettamente pulita e a posto. E la gente sembrava cordiale e gentile, come esseri umani”.


Vuoi saperne di più? Partecipa al tour guidato sulla Cagliari Belle Époque!


Riferimenti Bibliografici

  • F. Masala, Architettura dall’unità  d’Italia alla fine del ‘900
  • C. Ghisu, Vicende dell’Hotel cagliaritano La Scala di Ferro: un capitolo di storia del gusto cittadino attraverso la committenza Setti
  • P. Serra, Cagliari Esoterica

Ulteriori approfondimenti

Realizzato con ♥ da Fare Digital Media