Con i suoi 2.000 abitanti, Laconi è un affascinante borgo al confine tra la Barbagia e il Sud Sardegna, nella regione storica del Sarcidano. Oltre a fregiarsi della bandiera arancione del Touring Club tra i borghi più belli d’Italia, Laconi è un prezioso gioiello incastonato al centro dell’isola e caratterizzato da natura, archeologia, tradizioni e devozione.
La fama del borgo è legata storicamente alla presenza degli Aymerich, nobile famiglia iberica di origini antichissime, insediata in Sardegna al principio del XIV secolo e proprietaria di numerosi feudi, tra cui, appunto, il marchesato di Laconi.
Proprio a questa famiglia si devono il Castello e il Parco Aymerich – una vera oasi di pace e ristoro completamente immersa nella natura – e il Palazzo ottocentesco oggi sede del Museo della Statuaria Preistorica.
Recentemente la fama del borgo è legata alla presenza di Sant’Ignazio, originario di Laconi e morto nel 1781, la cui casa e museo si trovano al centro del paese.
Laconi possiede un patrimonio culturale le cui testimonianze sono dislocate tra il centro storico – raccolto principalmente attorno al Parco Aymerich e la chiesa di Sant’Ambrogio e Sant’Ignazio – e l’area archeologica di Perda Iddocca, che ha restituito numerosi menhir oggi custoditi all’interno del Museo della Statuaria Preistorica.
Con le sue strette viuzze e le piccole casette in pietra che dal Parco Aymerich discendono a valle, rappresenta un eccellente esempio di recupero architettonico, ben visibile nella casa natale e nel museo dedicati a Sant’Ignazio da Laconi. All’esterno, una serie di immagini racconta la vita del frate cappuccino. L’interno, diviso in quattro sezioni, custodisce un reliquiario in argento con un osso della mano di Ignazio, la corona del rosario da cui mai si separava, il suo bastone e un suo sandalo, i documenti originali della causa di canonizzazione, una tela del 1781 con il ritratto del volto del santo. Il museo raccoglie inoltre argenteria sacra del XVI e XVII secolo, paramenti del XVI secolo, arredi sacri, reliquiari ed ex voto, due oli su tela del Seicento, una serie di statue. Nelle altre sezioni del museo si trovano anche monili e reperti in terracotta di epoca romana e precristiana, una raccolta numismatica, oggetti portati dalle missioni in Africa e Australia.
Da qui si raggiunge facilmente il Palazzo Aymerich, ultima dimora dei marchesi di Laconi, progettato nell’Ottocento dall’architetto Gaetano Cima. Costruito in perfetto stile neoclassico, si sviluppa su tre livelli scanditi da numerose finestre ed eleganti balconcini. Le ampie stanze del palazzo sono abbellite da preziose carte da parati.
Il percorso museale, allestito con testimonianze di straordinario interesse scientifico, si articola attualmente in 11 sale distribuite tra il piano terra ed il secondo piano: dieci sale sono dedicate ai menhir ed alla grande statuaria antropomorfa preistorica della Sardegna centro-meridionale (areali del Sarcidano, Grighine e Mandrolisai), l’undicesima, “la galleria”, affacciata sulla grande corte interna, ospita invece reperti di cultura materiale rinvenuti in contesti funerari megalitici laconesi.
Degne di nota sono anche le chiese di san Giovanni Battista, con sculture lignee a sostegno del tetto, e di sant’Antonio abate, in onore del quale si accendono a Gennaio i tradizionali fuochi, accompagnati dalla sagra dei dolci tipici.
Tra le aree verdi di Laconi, indubbiamente il Parco Aymerich è quella più suggestiva. A volerne fortemente la realizzazione fu la nobile famiglia Aymerich, marchesi dell’omonimo paesino del Sarcidano dal XVII secolo e feudatari tra i più potenti dell’isola fin dal XIV secolo. Si tratta del più grande parco urbano della Sardegna che oggi conta 24 ettari e annovera piante ed essenze esotiche come il Cedro del Libano e il Cedro dell’Hymalaia che convivono felicemente con le specie endemiche locali come lecci, querce, ecc. Oltre alla piantumazione di alberi e specie esotiche, il parco fu arricchito dalla presenza di ruscelli e laghetti, che lo rendono una località da vivere tutto l’anno, specialmente in estate, dove la presenza dell’acqua e la frescura dovuta all’ombra delle piante lo rendono un’oasi di ristoro e tranquillità.
Ancora visibili e molto ben conservate sono numerose grotte naturali, in parte nascoste dalla vegetazione rigogliosa e utilizzate come rifugio durante i bombardamenti del 1943. Furono proprio gli Aymerich ad aprire il parco affinchè potesse essere utilizzato come rifugio per gli sfollati cagliaritani.
Proprio l’acqua è l’elemento vitalizzante del parco, immerso nel quasi totale silenzio della natura. L’acqua crea rivoli, laghetti e cascate, contribuendo a caratterizzare il parco con un’atmosfera fiabesca e fuori dal tempo.
Immersi nello scenario naturalistico del Parco, insistono ancora oggi i ruderi del Castello, di proprietà della famiglia dal XV secolo, ma risalente all’XI secolo.
A nord del paese è presente la foresta demaniale di Funtanamela, oasi faunistica di oltre mille ettari di bosco e macchia mediterranea, nella quale vivono dozzine di cavallini del Sarcidano, allevati allo stato brado.
Laconi è il posto ideale per gustare un dolce popolarissimo in tutto il Sarcidano e nella Marmilla: “su pappài biàncu”, parente del siciliano biancomangiare. Candido e soffice, è in sostanza una crema di latte con zucchero, o di riso, sapa, scorza di limone, acqua di fiori d’arancio e biscotti.
Un altro dolce tipico, diffuso in molte parti della Sardegna, è il “pan’e saba”, tradizionalmente preparato in occasione della Festa di Ognissanti e per la commemorazione dei defunti, tra la fine di Ottobre e tutto il mese di Novembre, ma ormai esteso a tutte le festività. Si tratta di un pane cotto in forno ed impastato con sapa, uva passa, noci, mandorle, scorza d’arancia, cannella ed impreziosito con una glassa realizzata con sapa stessa e confettini di zucchero multicolore.
Di recente, inoltre, Laconi è la patria sarda del tartufo, che qui si è imposto come una nuova e notevole tipicità locale. Si tratta di tartufi di tre varietà: lo “scorzone”, tartufo nero che si trova tra Maggio e Agosto nei boschi di querce, faggi, pioppi, noccioli e pini; il “bianchetto”, tra Gennaio e Aprile, esteriormente simile al pregiato tartufo bianco; e infine il raro tartufo nero invernale, che si raccoglie da Gennaio a Marzo. Il successo del tartufo sardo è stato immediato, come provano i visitatori che accorrono in giugno a Làconi per la Sagra del tartufo di Sardegna, che si svolge ormai dal 2009. E come attestano i menù dei ristoratori locali che ormai propongono malloreddus alla crema di tartufo o porchettone in umido con tartufo.
Di Laconi, infine, è anche la prima azienda sarda che trasforma il tartufo, traendone nel laboratorio della borgata di Santa Sofia una trentina di prodotti, partendo dal pecorino con il tartufo per arrivare alle fave, alle melanzane e agli altri ortaggi insaporiti con l’oro nero.
Laconi si distingue soprattutto per due importanti eventi: la festa di Sant’Ignazio e la manifestazione “Ocraxus”.
La festa di Sant’Ignazio si celebra il 30 Agosto richiamando a Laconi migliaia di visitatori da tutta l’isola. Apre i festeggiamenti la processione con le reliquie del Santo, provenienti dalla chiesa di Sant’Ignazio a Cagliari, a cui partecipano migliaia di fedeli, preceduti da cavalieri in costume e da numerosi gruppi folcloristici e confraternite di varie località dell’Isola. La notte è riservata alle iniziative culturali e ricreative: musica e spettacoli dal vivo, teatro e serate di folklore sardo, nazionale ed internazionale. In tante parti del paese vengono allestite mostre di pittura, scultura e fotografia, una mostra mercato dei prodotti agroalimentari ed artigianali del territorio e altre iniziative di promozione turistica, con visite guidate verso i siti archeologici più importanti.
“Ocraxus”, invece, si celebra a Settembre e si articola in due giornate per rivivere l’atmosfera del passato tra costumi, balli, antichi mestieri, rievocazioni storiche e prodotti locali. Percorrendo le vie del centro storico guidati dai fuochi rionali, si va alla scoperta di ville, dimore storiche e vecchie abitazioni, si visitano mostre di carattere storico e naturalistico, il museo delle statue menhir, il museo sant’Ignazio e la casa natale del santo, il parco ed il giardino segreto degli Aymerich.
Lo shopping a Laconi è soprattutto quello dei prodotti tipici: dall’artigianato all’enogastronomia sono tante le realtà attive nel paese e nei dintorni. Tra queste l’azienda Lugas è si distingue per la produzione di tartufi di cioccolato, realizzati con cioccolato al latte e liquore di Mirto e con cioccolato fondente e liquore di Timo montano. Una produzione importante è anche quella dei liquori, tra cui il Mirto, di Maria Luisa, di Timo Herba-Barona, di Ginepro, di Finocchio selvatico e l’Amaro di Elicriso, tutti prodotti con metodi e tecniche tradizionali usando solo erbe e bacche del territorio. Una menzione speciale è quella dell’antica oreficeria, che si esprime nella cura e nella valorizzazione del gioiello sardo, dalla lavorazione in filigrana alla lavorazione delle pietre.