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Le “domus de janas”: dimore di fate custodi di antiche arti

Sono strutture sepolcrali a camera scavate interamente nella roccia, a volte in superficie e a volte sotto terra. La fantasia popolare le ha identificate con un nome suggestivo che evoca la presenza di antiche fate dei boschi: sono le “domus de janas”, che in sardo significa “case delle fate”.

Le domus de janas sono strutture sepolcrali a camera costituite da vani, talvolta comunicanti, scavate nella roccia, risalenti al periodo compreso tra il VI e il III millennio a.C. caratterizzato dalla cosiddetta “Cultura di Ozieri”. Possono trovarsi in superficie o sotto terra, sia isolate che in grandi concentrazioni costituite anche da più di 40 tombe. Sono spesso collegate tra loro a formare delle vere e proprie necropoli, con in comune un corridoio d’accesso (detto dromos) ed un’anti-cella spaziosa dal soffitto alto, contrassegnata da una porta, talvolta evidenziata dall’ocra rossa.

Struttura e funzioni delle domus de janas

Il termine “janna” (come anche “enna”, o “jenna”, nelle sue varianti) significa, infatti, “porta”, indicando l’accesso dal quale si entrava all’interno delle tombe. Si tratta, quindi di ambienti complessi che probabilmente riflettevano la struttura delle abitazioni preistoriche, come è evidente dalla suddivisione interna degli ambienti e dall’utilizzo di elementi quali pilastri Spesso le pareti delle domus de janas sono decorate a bassorilievo o dipinte con simboli di divinità aventi valore apotropaico e di rinascita: corna taurine, spirali, motivi geometrici stilizzati.

L’ambiente, nella sua concezione simbolica, alludeva probabilmente alla riproduzione del ventre materno.

Domus de janas scavate nella roccia dell’area archeologica di Pranu Muttedu a Goni

Le janas nelle leggende popolari


Tuttavia, in un’epoca in cui non esisteva ancora la ricerca archeologica, queste antiche sepolture sono diventate nella fantasia popolare dimore di creature magiche e misteriose che popolano i boschi: le janas.

Le janas erano certe piccole fate, per lo più malefiche, chiamate anche sas bìrghines”. 

Così Grazia Deledda descrive queste piccole creature. Secondo Dolores Turchi e Claudia Zedda, invece, le janas sono tendenzialmente buone, ma possono diventare vendicative con coloro i quali non mostrano rispetto del loro potere.

Domus de jamas della necropoli di Fossada a Escalaplano

Non sono fate, e neppure streghe, sono creature divine depositarie di antichi saperi, spesso poste a custodia di introvabili tesori. Piccole come il palmo di una mano, vivono tra i boschi, abitando casette da loro stesse scavate nella roccia. Si dice siano state le prime abitanti della Sardegna e che proprio loro abbiano insegnato alle donne dei vari paesi gli antichi mestieri: la filatura, la medicina, la lavorazione del pane, l’arte e la profezia.

Se vuoi scoprire queste affascinanti necropoli preistoriche, partecipa all’escursione a Pranu Muttedu!


Riferimenti bibliografici

Franco Laner, La Sardegna preistorica

Giuseppa Tanda, Le domus de janas decorate con motivi scolpiti

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