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I voti solenni a Sant’Efisio: storia della devozione di una città al suo santo

Parlare di Cagliari, si sa, significa parlare della storia di Efisio, il martire guerriero che, secondo la tradizione, salvò la città che attorno ad egli si strinse in preghiera nel XVII secolo per sconfiggere la più feroce pandemia della storia d’Europa: la peste “barocca”.

Le celebrazioni che si svolgono ancora oggi tra il 1 e il 4 maggio in onore di Sant’Efisio affondano infatti le radici proprio nel secolo XVII.

L’epidemia di peste che colpì l’isola alla metà del secolo viene ricordata come una delle più drammatiche che l’Isola abbia mai subito in epoca moderna, per durata e numero di vittime.

Il voto dell’11 Luglio 1652

L’11 luglio del 1652 la Municipalità di Cagliari siglò un voto solenne a Sant’Efisio affinché proteggesse la città dalla peste. La riunione avvenne all’interno dell’allora sede del Palazzo Municipale in Piazza Palazzo, uno dei principali centri del potere nrl quartiere Castello. Con il voto l’assemblea si impegnava ad investire denari per realizzare una processione in onore del Santo da Cagliari, luogo della lunga detenzione di Efisio, a Nora, dove avvenne il suo martirio il 15 Gennaio del 303.

Ancora oggi l’amministrazione comunale è custode e garante dello scioglimento del Voto.
Il documento originale del Voto del 1652 della Municipalità è oggi custodito presso l’Archivio storico di Cagliari.

La prima solenne processione per lo scioglimento del voto avvenne nel 1657: il simulacro del Santo venne trasportato fino alla chiesetta di Nora, accompagnato dalle autorità cittadine e dai rappresentanti di tutti i paesi liberati dal morbo.
Il rito di scioglimento del voto è uno tra i momenti solenni più amati dai fedeli.

Ogni anno il sindaco di Cagliari sceglie un membro del consiglio comunale per il ruolo di “Alter Nos”, ovvero colui o colei che sarà custode e responsabile del rito.

In seguito i confratelli dell’Arciconfraternita del Gonfalone scortano l’Alter Nos e nominano il “Terzo guardiano” come cerimoniere. Il canonico delegato dal Capitolo, insieme all’ “Alter Nos”, è testimone del rispetto di quanto previsto dal Voto e presiede al rito di scioglimento.
L’Arcivescovo, i rappresentanti del Capitolo Metropolitano, i parroci, i cappellani militari e altri membri del clero svolgono funzioni cerimoniali, presiedono ai riti religiosi, accompagnano la processione e il pellegrinaggio. 

Il 151° Reggimento “Sassari” dell’Esercito italiano custodisce le reliquie del Santo, partecipa alla processione e trasporta il cocchio del Santo in alcune parti del pellegrinaggio.

Da 363 anni questo rito è partecipato dalla comunità di Cagliari e da quelle lungo il percorso processionale (Giorgino, Su Loi, Villa d’Orri, Sarroch, Villa S. Pietro, Pula e Nora), dalle diocesi di Cagliari, Iglesias, Lanusei, Nuoro, Oristano, Ales-Terralba, Alghero-Bosa, Ozieri, Sassari, Tempio-Ampurias e da migliaia di devoti provenienti da tutta la Sardegna.

Il voto per la liberazione dall’attacco dei Francesi

Cagliari non è debitrice nei confronti di Efisio soltanto per la liberazione dalla peste. Esiste, infatti, un secondo voto legato ad un suo secondo intervento prodigioso.

Era il Febbraio del 1793 e la flotta francese comandata dall’ammiraglio Truguet assediava Cagliari con un fitto bombardamento. In particolare tra il giorno 17 e il 18 Febbraio, le navi nemiche si apprestavano a fare irruzione nel Golfo di Cagliari. Fu a questo punto che i cagliaritani invocarono il loro protettore e le milizie popolari capeggiate da Girolamo Pitzolo e respinsero i francesi sbarcati sul litorale di Quartu Sant’Elena. Al Santo venne attribuito il titolo di “comandante supremo dei combattenti”. 

Come ringraziamento all’intervento protettore del santo, il bel simulacro di Sant’Efisio è protagonista della processione che si svolge il lunedì dell’angelo, cioè il giorno di pasquetta, durante la quale l’arciconfraternita del Gonfalone conduce il martire vestito a festa dalla chiesa di Sant’Efisio alla Cattedrale, concludendosi con una messa solenne. 

Il voto in ringraziamento allo sventato avvelenamento delle acque di Cagliari

Oltre a quella relativa all’attacco dei francesi, esiste un’altra leggenda legata ad un intervento prodigioso di Sant’Efisio.

Secondo il canonico Spano il santo guerriero apparve in sogno al primo vicerè piemontese, Filippo Pallavicino conte di Saint Remy, avvertendolo dell’ avvelenamento dei pozzi di Castello. Questi, al suo risveglio, diede immediatamente l’allarme, impedendo così il verificarsi di una catastrofe. Esiste un’altra versione della leggenda, di origine settecentesca, secondo cui un giovedì santo Efisio, in aspetto minaccioso, sarebbe apparso «in su Porcxu de Bolonha» (oggi portico La Marmora) ad un uomo che intendeva fare strage degli abitanti di Cagliari, gettando un potentissimo veleno nelle acquasantiere di tutte le chiese cittadine. Impressionato dalla comparsa del santo, l’attentatore rinunciò a tale proposito e corse a confessarsi rivelando l’intero l’accaduto.

Da allora, in segno di riconoscenza, l’arciconfraternita del Gonfalone, che cura i preparativi relativi alla festa di Sant’Efisio, conduce in processione alle 7 chiese il prezioso simulacro di Efisio vestito a lutto e, in corrispondenza del portico, i portantini fanno fare un inchino al santo, in segno di riconoscenza. Secondo il canonico Spano, la statua anticamente portata in processione non era quella attuale, attribuita allo scultore Giovanni Antonio Lonis, ma il cosiddetto “Sant’Efis sballiau”, cioè il “Sant’Efisio sbagliato”, così chiamato perché erroneamente mostra la palma del martirio non nella mano sinistra – come da iconografia – ma nella destra.  Quale che sia l’origine della leggenda, rimane il fatto che ancora oggi la tradizione sopravvive al trascorrere del tempo, rendendo la presenza del martire un preludio della processione che, poco tempo dopo la Pasqua, coinvolge nuovamente le vie della città per celebrare la liberazione di Cagliari dalla peste del 1652, proprio per gentile intercessione di Efisio.

Nel 2014 il Comune di Cagliari ha avviato le procedure per l’iscrizione del Rito dello scioglimento del Voto e della Festa di Sant’Efisio nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, secondo i principi stabiliti dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO e in stretta collaborazione con l’Arcidiocesi, la Confraternita e i comuni di Pula, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch.

Decine di migliaia di persone prendono parte ai riti e alla loro preparazione. In particolare, le confraternite e centinaia di associazioni culturali e gruppi svolgono, nel corso di tutto l’anno, numerose attività preparatorie al Rito e alla Festa.


Riferimenti Bibliografici

  • M.Lastretti, M. Dadea, Protettori poderosu. Cagliari e il culto a Sant’Efisio
  • G.Pesenti, Sant’Efisio martire
  • www.cagliariturismo.it
  • www.arcisantefisio.it

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