La Pasqua in Sardegna rappresenta uno tra i momenti più attesi dell’anno, durante i quali avviene il felice incontro tra fede e folklore, tra sacro e profano, tra devozione e tradizione.
Il momento più coinvolgente è quello legato ai riti della Settimana Santa, animata da processioni rituali, spesso di origine spagnola, che trasformano le strade e le piazze cittadine in veri e propri teatri all’aperto nei quali assistere a tradizioni e celebrazioni che si rinnovano anno dopo anno.
Quest’anno la Settimana Santa si celebra dal 16 al 20 Aprile, e la Pasqua cade di domenica 21 Aprile .
Ecco cinque buoni motivi per trascorrere la settimana di Pasqua in Sardegna.
Solitamente in Sardegna la settimana di Pasqua rappresenta un momento cruciale per abbandonare le temperature più frizzanti ed entrare nell’ultima fase della Primavera. Pur con le rare e imprevedibili eccezioni, il clima in questo periodo è stabile, con temperature che oscillano attorno ai 20-22 gradi nelle coste e intorno ai 15-20 in alcune aree dell’interno.
Se si è fortunati, la Settimana Santa può regalare un primo assaggio d’estate e i più coraggiosi possono perfino pensare di fare un bel bagno al mare.
I riti della Settimana Santa sono momenti unici e commoventi, caratterizzati non solo dalla devozione popolare che si rinnova da secoli, ma dall’espressione più autentica del folklore, che differisce da parte a parte. I riti principali cominciano con la processione della Domenica delle Palme , che precede la domenica pasquale.
Il Giovedì Santo è dedicato alla processione dei sepolcri, durante la quale le confraternite seguono la Madonna nella visita alle chiese e agli altari ornati di fiori e germogli di grano (“su nenniri”), e il Venerdì Santo si svolge la processione del Cristo Morto in cui si commemora la passione e la crocifissione di Gesù. Il sabato santo è dedicato al rito de “Su sclavamentu” (lo schiodamento e deposizione di Cristo dalla croce), per finire, la mattina di Pasqua con “S’Incontru” (L’Incontro), nel quale i simulacri del Cristo e della Madonna si incontrano per la prima volta dopo la Resurrezione, dando inizio ai festeggiamenti della Pasqua. A seconda delle località esistono altri riti di suggestivi e con grande seguito popolare.
In questo periodo dell’anno, in relazione ai riti e alle celebrazioni religiose, molti luoghi d’interesse, quali chiese, oratori, conventi, musei e siti archeologici prolungano i loro orari di apertura o vengono aperti eccezionalmente, mostrando la ricchezza del loro patrimonio artistico.
A Cagliari, ad esempio l’Oratorio delle Anime e l’Oratorio del Santo Cristo a Villanova vengono aperti solo per le celebrazioni liturgiche, e nel quartiere Stampace la deliziosa chiesetta e la sacrestia di Sant’Efisio permettono a fedeli o semplici “curiosi†di assistere ad alcuni preparativi per l’imminente festa di Sant’Efisio, che si celebra il 1 Maggio.
Come tutte le festività a carattere sacro, la Pasqua si esprime attraverso un repertorio di tradizioni che strizzano l’occhio ad elementi precristiani. Questo felice connubio si manifesta non solo nelle usanze legate al folklore, ma anche nei dolci della tradizione pasquale.
Una preparazione tipica è quella del pane, alimento antichissimo e simbolico che possiede fin dall’epoca nuragica numerose valenze rituali. Si tratta, prevalentemente, di un pane decorato ad intaglio o incisione, che, pur nelle sue innumerevoli varianti, prende il nome di “Coccoi†o “Coccoi cun s’ouâ€.
È un pane a pasta dura ottenuto dalla lavorazione di semola, lievito madre, sale e acqua ( vedi la ricetta). La forma è generalmente allungata (a formare una corona o una sorta di coda di rondine), ma anche circolare, e presenta una decorazione minuziosa realizzata con punteruoli, forbici e rotelle che riprende gli elementi iconografici della tradizione cristiana e pagana: rose, croci, uccelli, frutta, ecc. Talvolta, al suo interno, contiene un uovo, simbolo di rinascita.
In alcune aree dell’isola, esistono dei pani rituali che richiamano fattezze antropomorfe, come “Sa Pippiaâ€, una bambolina di pane con sette gambe che veniva regalata ai bambini all’inizio della Settimana Santa, per staccare ogni giorno una gamba e sentire l’avvicinarsi della Pasqua. Oltre ai pani rituali, il repertorio delle produzioni tipiche si arricchisce dei dolci a base di ricotta, zafferano, miele, formaggio, mandorle e sapa, tra cui “is pardulasâ€, “is pabassinusâ€, gli amaretti e i “gueffusâ€.
Le giornate più lunghe e il clima mite rendono piacevole trascorrere qualche ora in più all’aria aperta, magari concedendosi qualche escursione in città o fuori porta. Oltre ai siti archeologici presenti in ogni parte dell’isola, sono tanti i parchi e le aree naturalistiche che offrono svariate possibilità di fruizione. Eccone alcuni tra quelli aperti anche a Pasqua e Pasquetta:
Naturalmente non mancano i tour guidati. Quello che propongo io a Cagliari ha un taglio tematico incentrato proprio sui riti, le tradizioni e gli aneddoti legati alla Settimana Santa cagliaritana. Clicca qui per maggiori informazioni.
Riguardo alle principali località nelle quali si celebrano i riti e gli eventi legati alla Settimana Santa, ecco alcuni suggerimenti: