Da quando ho cominciato a fare questo lavoro ho sempre sentito il bisogno di creare qualcosa di diverso dalla solita visita guidata. L’idea di essere una di quelle guide da catalogo, con la bandierina, il megafono e un folto gruppo al seguito, mi spaventava da morire.
Io non sono questo, mi dicevo.
Così ho cominciato a creare i miei itinerari, scegliendo un tema diverso per ognuno. Ho cominciato dalla mia città, Cagliari, ed ho immaginato in quanti modi diversi poterla raccontare.
Oggi il mercato è cambiato, l’interesse dei visitatori è cresciuto e gli strumenti con i quali promuoversi si sono moltiplicati. E ad essere aumentati sono anche i cosiddetti “competitors”.
In altre parole, ci sono sempre più guide turistiche! Ma attenzione, questa è un’ottima cosa, perché significa che la domanda esiste!
Ma se in passato essere il miglior pasticcere o la miglior guida turistica della città era una garanzia di business, oggi la qualità del proprio lavoro non è più sufficiente per una vendita assicurata, perché non si “lotta” più tra pochi, ma spesso tra innumerevoli concorrenti.
Certo, essere preparatissimi, professionali e onesti paga sempre. Ma dobbiamo capire una cosa. Per quanto ci sentiamo bravi in qualcosa, non siamo gli unici.
La prima domanda a cui dobbiamo rispondere è questa:
È utile differenziarsi e perché?
La risposta è indubbiamente si. Differenziarsi significa rendersi riconoscibili e aumentare, di conseguenza, la possibilità di emergere nel vastissimo “scaffale” del web. Proporre offerte diversificate non solo ci permette di sperimentare nuove possibilità di studio, ricerca e indagine, ma anche di essere facilmente riconosciuti in relazione a quel prodotto.
Una cosa che mi sento spesso dire è questa: i luoghi da visitare in una città sono quelli, non si possono cambiare! Ma siamo certi che occorra “cambiare i luoghi” e non il proprio approccio personale o la modalità di raccontarli?
Come differenziarsi, dunque, in un mercato vastissimo zeppo di guide, escursioni ed esperienze?
Il primo passo: conossci te stesso
Conoscere se stessi è il primo passo per raccontare chi siamo e cosa facciamo. Non basta dire che si è professionisti, tantomeno che si è affidabili e bravi. Esiste forse qualche guida turistica che ammetta di essere disonesta e non professionale? Sicuramente no.
Quel che comunica davvero chi siamo sono le nostre proposte, la cura che mettiamo nel realizzarle, la passione che traspare dal nostro studio e dalla ricerca di itinerari originali e di qualità. Non serve essere la brutta copia di qualcun altro, ma la miglior versione di se stessi.
Gli antichi dicevano “conosci te stesso”. Partiamo da lì. Chi siamo? Cosa ci piace fare? Cosa ci rappresenta? Può essere una bella immagine, la frase tratta da un libro, un dipinto o un’epoca storica. In cosa ci identifichiamo e perché? Sono i dettagli a fare la differenza!
Conosci il mercato
Conoscere il mercato significa sapere chi e cosa ci circonda e creare la nostra personale proposta basata su una precisa strategia che ci deve portare ad emergere. Quasi mai si è pionieri in un settore, ma capita invece di doversi inserire in un mercato già esistente. Conoscere l’offerta ci dà modo di osservare i nostri concorrenti e farci un’idea di cosa potrebbero volere i clienti. A questo punto dobbiamo chiederci: voglio gli stessi clienti dei miei competitors o ne voglio di nuovi?
In entrambi i casi è improbabile attrarre clienti proponendo gli stessi prodotti già presenti nel mercato. Non serve replicare prodotti di successo per far sì che automaticamente questi si vendano davvero. E non serve nemmeno cercare di venderli ad un prezzo più basso. Oltre che moralmente poco etico, è decisamente sconveniente in termini di marketing. Si creerebbe confusione nella mente del cliente, si produrrebbe una comunicazione ridondante e si perderebbe gradualmente l’interesse iniziale verso quel prodotto. A vantaggio di chi?
Conosci il turista
Non basta conoscere il mercato per differenziarsi dai propri concorrenti. Occorre soprattutto conoscere i clienti, nel nostro caso i turisti. Chi sono? Da dove atrivano? Cosa cercano?
Ma soprattutto… perché tra tanti dovrebbero scegliere proprio noi?
La risposta sta innanzitutto nel messaggio che vogliamo far cogliere: noi siamo diversi. Questo non vuol dire migliori o peggiori, ma semplicemente diversi.
Non spetta a noi a dire che siamo migliori. Lasciamo che siano gli altri a giudicare. E quando il feedback che riceviamo non è positivo, partiamo da lì per migliorare.
Magari siamo i migliori in un determinato momento, ma arriverà presto chi lo sarà di più. Ed è inutile cercare di contrastare la concorrenza su questo. È molto più efficace contrastarla proponendo qualcosa di diverso.
Ecco perché è necessario investire le proprie forze nel posizionare, differenziare e consolidare un valore che non può invecchiare, essere raggiunto o superato.
La qualità del nostro lavoro e dei nostri prodotti deve essere una costante e deve aumentare. Ma siamo sicuri sia sufficiente?
Proviamo a fare dei test, coinvolgiamo le persone in una riflessione creativa che porti valore ai nostri prodotti. Chiediamo, ma soprattutto ascoltiamo!
In conclusione, differenziarci e renderci riconoscibili nel mercato è una strategia vincente se si vuole emergere davvero.